Vicenza, secondo pilastro a sinistra della chiesa di San Silvestro. La chiesa, con l'annesso monastero, nasce nel 752 quale grancia, sorta di organizzazione agricola, alle dirette dipendenze della abbazia benedettina di Nonantola. Nella prima metà del secolo X subì un rovinoso crollo, nel 1128, tuttavia, già si consacrava nuovamente l'altare maggiore. Lo stretto legame con Nonantola è documentato sino al 1420 quando il complesso venne affidato a estranei abati commendatari non residenti. Dalla inevitabile decadenza riscattarono San Silvestro alcune nobili vicentine che nel 1523 vi ristabilirono un'attiva comunità di monache benedettine che rimarranno sino al 1797. Rimaneggiamenti si ebbero, poi, in tutto il complesso specialmente attorno al 1568 e nel Seciento. Dal 1810 tutto il complesso di San Silvestro, demaniato, diventa caserma: questa situazione lo condanna a due secoli di progressivo degrado dal quale verrà recuperato solo con gli interventi risanatori degli anni tra il 1992 e il 2000. La chiesa che oggi vediamo è, in sostanza, l'edificio del XII secolo il cui aspetto si ricollega a tipiche forme dell'acerbo romanico veronese. L'immagine documenta il grave stato di abbandono in cui verteva la chiesa intorno alla metà del secolo XX, nonchè un frammento di affresco del tardo Trecento, coevo ad altri riscontrati nella lunetta della porta di comunicazione con il convento e a destra di quest'ultima. La fotografia reca la firma autografa di Don Giuseppe Lorenzon. Quest'ultimo fu promotore, a partire dal 1935, dello smantellamento della struttura barocca della chiesa dei Santi Felice e Fortunato in Vicenza, in virtù di un auspicato ritorno alle forme romaniche dell'edificio. Ad uguale sorte andò incontro anche la chiesa di San Silvestro dove, a partire dal 1938, vennero abbattuti il soffitto seicentesco e gli altari a a questo contemporanei.
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