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Denominazione File :
F 13423
Titolo attribuito :
Treviso, le mura dal bastione San Marco
Titolo serie/ sottoserie :
Luogo della ripresa :
Autore fotografia :
Indicazioni sul soggetto :
Treviso, le mura dal bastione San Marco (a sinistra).
Definizione oggetto+spec :
Formato :
Materia e tecnica :
Stato conservazione+spec :
Voci generiche :
N.Imm. Fondo :
13423
N. Inv. Fondo :
11440
Collocaz. Fondo-Scat. :
50
N.Imm. Archivio FAST :
8908
Fondo :
Giuseppe Fini
data acquisiz. Fondo :
27/09/1989
Note/Bibliografia :
Nella storia di Treviso la presenza delle mura risale all’epoca romana. Le vestigia attuali sono costituite da una cinta di mura di quasi quattro chilometri, comprendenti soprattutto manufatti medievali (Porta Altinia), quattrocenteschi (Scaligeri), e cinquecenteschi; questi ultimi furono costruiti per difendere Treviso, più importante baluardo di Venezia in terraferma, contro i legati di Cambray.
È nel ‘500 che Frà Giocondo da Verona prima e D’Alviano poi, su commissione della Repubblica veneziana ampliano e migliorano le antiche fortificazioni dando loro l’aspetto attuale di terrapieno, rivestito all’esterno da una spessa muraglia di mattoni. Una volta completate le mura, iniziarono le opere idrauliche con imponenti movimenti di terra: fu creato attorno a Treviso non solo un perimetro d’acque, ma anche la possibilità di allagare la pianura circostante, mettendo a disagio gli eventuali assalitori. Tra le opere richieste e realizzate sui progetti di Fra Giocondo e D’Alviano sono da comprendere l’abbattimento di tutte le case che in qualche modo potessero ostacolare la vista di eventuali assalitori per un miglio tutt’intorno alla città, non solo, ma tutti gli edifici civili e religiosi che, all’interno delle mura, avessero potuto ostacolare i movimenti dei mezzi militari.
Come in altre città del Nord le mura di Treviso, completate poco dopo il 1510, si fregiano a due terzi dell’altezza di un cordolo in pietra d’Istria.  
In prossimità dei principali bastioni (Porta Altinia, bastioni di San Paolo, bastioni al Portello) possiamo notare ancora oggi incastonati nel paramento di mattoni, eleganti bassorilievi raffiguranti il leone alato, simbolo del potere di Venezia, alla quale nel XVI secolo Treviso si era sottomessa. Questo imponente strumento di difesa, in un modo o nell’altro, assolse bene allo scopo per cui era stato realizzato tanto che Treviso non fu più soggetta ad attacchi.
Nella seconda metà dell’ 800 si pensò di trasformare le mura in barriera daziaria, cosicché ogni accesso alla città, per terra o fiume, fosse controllato e soggetto ad imposta. Fino agli inizi del ‘900 il collegamento tra il centro urbano e la periferia era assicurato ancora dalle tre uniche porte: Porta San Tomaso in direzione Nord, Porta Santi Quaranta in direzione Ovest e Porta Altinia in direzione Sud.

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