Teatro d'Onigo, così si chiamava originariamente, essendo stato ultimato per volontà del Conte Fiorino d'Onigo nell'anno 1692. Nel 1763 il Teatro conobbe un primo restauro e ampliamento su progetto di Antonio Galli Bibbiena e dell'architetto Giovanni Miazzi. Il teatro d'Onigo divenne uno dei più reputati Teatri d'Italia con spettacoli di ogni genere: dai concerti alle opere, dai balli carnevaleschi alle fastose feste per il matrimonio di Napoleone, alle tre serate in onore di Paganini, ai ricevimenti degli imperatori Ferdinando e Francesco I e del Vicerè Arciduca Ranieri. Nel 1836 un improvviso incendio distrusse gran parte delle strutture lignee del Teatro e l'opera di restauro fu accurata come testimonia il Semenzi: "Fu restaurato nel 1846, assai probabilmente, e a merito del valente plasmatore Negri, riccamente addobbato, di stucchi dorati, variatissimi, convenienti al locale che adornano". Nel 1844 si costituì la "Società dei Pachettisti" e il Teatro si chiamò Sociale. Nel 1868 un secondo grande incendio distrusse completamente il Teatro e dalle notizie di un memorialista del tempo apprendiamo che a causare l'incendio non furono le lumiere a petrolio, ma il custode del Teatro, tale Triaca, che si serviva del palcoscenico per la sua attività di pirotecnico dilettante. Dopo un solo anno il Teatro fu ricostruito così come lo si può ammirare oggi: progettista fu l'architetto udinese Andrea Scala, noto artefice di edifici teatrali quali il Manzoni di Milano, le Loggie di Firenze e ancora i Teatri di Udine, Trieste, Gorizia, Vigevano, Pisa e altri. Le decorazioni pittoriche - in ottimo stato di conservazione si devono ai professori Stella di Trieste e Andreotti di Firenze, quelle in stucco allo scultore Fausto Asteo di Vittorio Veneto. I davanzali dei palchi e il boccascena sono decorati con un disegno rococò trapunto di perle dorate di Murano. L'inaugurazione solenne del nuovo e definitivo Teatro di Società ebbe luogo nell'ottobre 1869 con il Faust di Gounod nell'ambito della Stagione di San Martino. Nel periodo tra il 1869 e il 1930 il Teatro Sociale conobbe momenti particolarmente floridi: viene prescelto come sede dell'esposizione regionale veneta e delle manifestazioni per il 25° della proclamazione di Roma a Capitale d'Italia.
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