I fratelli Bruno e Gino Bianchin (a. 1944). La sera del 7 settembre 1944 alcuni partigiani, tra i quali Gino e Bruno Bianchin, si dirigono in bicicletta verso Treviso per recuperare delle armi. Giunti presso la località Corti di Treviso incappano in una pattuglia di Brigate nere e nello scontro a fuoco Gigetto Rossi di Ponzano Veneto rimane ucciso, mentre Gino Bianchin e Pietro Gobbato (comandante dei partigiani) vengono fatti prigionieri. Bruno Bianchin, sfuggito per miracolo all’imboscata, nell’intento di liberare il fratello, viene a sua volta preso e, assieme agli altri due, portato nella caserma Salsa. Durante tutta la notte i prigionieri vengono sottoposti a torture ed interrogatori e alle prime ore dell’8 settembre, dopo essere ripetutamente picchiati, vengono fucilati in una stradina presso S. Pelagio, dove tuttora una lapide ricorda il fatto di sangue. Successivamente, a Postioma viene intitolata una delle vie principali ai due fratelli partigiani: Gino morto a 18 anni e Bruno a 22 anni.
|