Abbazia di Santa Maria, affreschi del sacello
Abbazia di Santa Maria, affreschi del sacello
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Link :
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Denominazione File :
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F 1409
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Titolo attribuito :
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Abbazia di Santa Maria, affreschi del sacello
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Titolo serie/ sottoserie :
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Luogo della ripresa :
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Autore fotografia :
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Indicazioni sul soggetto :
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Affreschi del sacello. E' probabile che la piccola costruzione a pianta quadrata con cupola e abside fungesse originariamente come oratorio di campagna già in epoca altomedieviale (secoli VI-VIII). Nel XII secolo il sacello venne inglobato nella chiesa in occasione della costruzione dell'attuale campanile romanico. A questo periodo risale lo sfondamento della cupola del sacello, l'apertura di un ingresso dalla parte della navata principale, la rottura dell'arco verso il presbiterio e la sopraelevazione del pavimento. Gli affreschi raffigurano Eva ed Abramo affrontati, a simboleggiare il peccato originale e il sacrificio supremo. Nella parete contrapposta all'abside sono raffigurati due altri episodi biblici: il sacrificio di Abele e quello di Melchisedech. Nell'abside è raffigurato Cristo in trono tra due Serafini e nella lunetta sovrastante la Mano di Dio: sui pennacchi della volta compaiono gli Evangelisti, mentre nella cupola i 24 sentori dell'Apocalisse; sempre nell'abside è raffigurato S. Pietro seguito da un'altra figura e nella parete di fronte uno scorcio con tre teste di monaci benedettini. All'inizio degli anni Sessanta, durante i lavori di restauro ad opera della Soprintendenza, furono messi in luce gli affreschi dello zoccolo raffiguranti un velario con figure monocrome: scene cavalleresche con fanti, arcieri, cavalieri, musici, lotte contro leoni e grifoni, i vizi e le virtù. Le raffigurazioni sembrano attinte da bestiari medievali. Il velario è pressoché coevo agli affreschi del sacello, e di raffinata esecuzione, tale da essere ritenuto una delle espressioni più complete e significative della pittura romanica dell'Italia padana. La fondazione dell'abbazia, voluta dai vescovi di Concordia, risale probabilmente al X-XI secolo. Del monastero di Summaga non è rimasta traccia, salvo che perla chiesa, che nel suo assetto attuale risale al 1211, allorchè l'abate Richerio, con le rendite appunto della pieve di Cinto sopra ricordate, provvide a restaurarla ed ampliarla. La chiesa presenta una pianta longitudinale, orientata da est ad ovest, a tre navate suddivise da pilastri e concluse da tre absidi. Le forme architettoniche risentono dei modi costruttivi romanico-bizantini, propri della fascia costiera alto adriatica, ma le linee slanciate delle alte e strette arcate che dividono le navate e l'ascendenza della navata maggiore e dell'abside centrale, testimoniano già un avvicinamento al gusto gotico, a cui sicuramente non erano estranei i monaci benedettini. Due diversi cicli di affreschi sono presenti nel sacello e nell'abside centrale: il primo risale al XI-XII secolo, mentre il secondo al XIII secolo.
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Definizione oggetto+spec :
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Formato :
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Materia e tecnica :
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Stato conservazione+spec :
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Voci generiche :
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N.Imm. Fondo :
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1409
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N. Inv. Fondo :
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1243
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Collocaz. Fondo-Scat. :
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5
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N.Imm. Archivio FAST :
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7392
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Fondo :
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Giuseppe Fini
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data acquisiz. Fondo :
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27/09/1989
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Note/Bibliografia :
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Summaga di Portogruaro, importante centro benedettino medievale. Tra i sec. X e XI vi sorge l’Abbazia di Santa Maria di impianto basilicale, a tre navate con abside terminale. La chiesa offre al visitatore affreschi del XI-XII sec., di grande importanza e valore, raffiguranti la Redenzione, Eva, Abramo, una crocifissione, Cristo in trono, episodi biblici, monaci, profeti, evangelisti. L’esterno, di maniera cinquecentesca, presenta vari frammenti di epoca romana e alto medievale.
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