Agli inizi del XIV secolo l'abate di Summaga Alberto di Ramedello, vicario del patriarca di Aquileia Ottobono, fece probabilmente eseguire gli affreschi sulle colonne, riapparsi, come quelli della parete sinistra, durante i lavori di restauro eseguiti tra il 1960 e il 1970. Nel terzo pilastro di sinistra è raffigurata S. Margherita, colta in atteggiamento di preghiera, avvolta in panneggi. Nel terzo e quinto pilastro di sinistra le figure sono in parte scomparse, mentre nel pilastro absidale sinistro appare una Madonna con Bambino della prima metà del '500. La Vergine è colta frontalmente, con gli occhi al cielo, mentre ai suoi piedi sono situati due gruppi di devoti in ginocchio: a sinistra il vicario dell'abate commendatario e un altro personaggio, a destra alcune pie donne. Lo stemma, sopra l'iscrizione, un leone rampante di colore oro su campo rosso, sormontato da mitra e pastorale, è quello della famiglia Rois, che tenne la reggenza dell'abbazia di Summaga dal 1529 al 1584. Nel quinto pilastro di destra compare S. Antonio di Padova, coevo degli affreschi degli altri pilastri, e nel settimo un vescovo con mitra e pastorale, probabilmente S. Biagio. La fondazione dell'abbazia, voluta dai vescovi di Concordia, risale probabilmente al X-XI secolo. Del monastero di Summaga non è rimasta traccia, salvo che perla chiesa, che nel suo assetto attuale risale al 1211, allorchè l'abate Richerio, con le rendite appunto della pieve di Cinto sopra ricordate, provvide a restaurarla ed ampliarla. La chiesa presenta una pianta longitudinale, orientata da est ad ovest, a tre navate suddivise da pilastri e concluse da tre absidi. Le forme architettoniche risentono dei modi costruttivi romanico-bizantini, propri della fascia costiera alto adriatica, ma le linee slanciate delle alte e strette arcate che dividono le navate e l'ascendenza della navata maggiore e dell'abside centrale, testimoniano già un avvicinamento al gusto gotico, a cui sicuramente non erano estranei i monaci benedettini. Due diversi cicli di affreschi sono presenti nel sacello e nell'abside centrale: il primo risale al XI-XII secolo, mentre il secondo al XIII secolo.
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