Il Castello di San Salvatore già nella prima metà del Trecento era stabile residenza del signore locale ed era dotato di mura e torri. All’interno delle mura si trovavano alcune abitazioni di cortigiani, nonché la chiesa di San Salvatore, chiamata Cappella Vecchia, dove veniva sepolti i membri della famiglia comitale. La chiesa, abbellita grazie a cospicui lasciti, venne distrutta dai bombardamenti del 1918. Con il consolidamento del potere della Repubblica di Venezia nel Trecento, il castello perse la sua funzione prettamente difensiva e divenne per lo più dimora della famiglia Collalto. Numerosi furono gli interventi per il riassestamento e l’abbellimento dell’intero complesso, per i quali i conti si avvalsero anche della collaborazione di alcuni importanti artisti come Tomaso da Modena, Paolo Veronese, Giambellina, il Pordenone, Gerolamo da Treviso, Sassoferrato, Correggio, Francesco da Milano e Caracci. Vennero costruite numerose abitazioni, chiese e conventi anche al di fuori delle mura, le quali circondavano il palazzo situato nella parte più alta della collina di San Salvatore. La porta d’ingresso al castello assunse forme rinascimentali e sorse una torre con orologio.
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