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Denominazione File :
ARCHEO 634
Titolo attribuito :
Veduta dell'ex Fornace Tomasi
Luogo della ripresa :
Data della ripresa :
Indicazioni sul soggetto :
Veduta dell'ex Fornace Tomasi.
Voci generiche :
N.Imm. Fondo :
634
N. Inv. Fondo :
0
Collocaz. Fondo-Scat. :
0
N.Imm. Archivio FAST :
12562
Fondo :
Archeologia Industriale
Note/Bibliografia :
L'immagine appartiene alla Collezione Maniscalco.
“La data di costruzione del primo nucleo della fornace si può porre con sicurezza tra il 1893 e il 1906.
Al 1893 si arriva grazie ad un catasto comunale conservato presso l'Archivio Storico del Comune di Conegliano in cui risulta che nella zona interessata non insistevano costruzioni e che la stessa era adibita ad uso agricolo.
L'attuale lotto risultava allora suddiviso tra Buffonelli Giulio, Ciotti Caterina, madre di questo, e Ancilotto Giuliana nelle aree denominate rispettivamente Utia, Campo de Tumio, e Morosin.
In una guida di Conegliano pubblicata nel 1906, a pagina 91 si legge: "Nella località di Fossamerlo degno d'esser visitato il nuovo grandioso stobilimento per la fabbricazione laterizi ing. Buffonelli e Comp. " e viene riportato in nota "Costruita col sistema Bhurer, nuovo per l'Italia, che ha il vantaggio sugli altri, dell'economia del combustibile e della rapidità nel lavoro, utilizzando con un gioco di valvole i prodotti della combustione e l'aria riscaldata, per raffreddare ed essiccare i materiali". E' questo il primo documento che testimonia l'esistenza della fornace.
Nella stessa guida compare anche una pubblicità con una fotografia del complesso . Ciò che salta subito all'occhio è l'assenza della ciminiera, elemento fortemente caratterizzante in edifici di questo genere; per quanto strano possa sembrare la fornace è nata senza ciminiera e i fumi, a testimonianza di una certa modernità nel settore, venivano espulsi attraverso un aspiratore elettrico. Sulla base di questa indicazione si deduce che la costruzione non può risalire a molto tempo prima; infatti è solo dal 1905 che Conegliano è fornita di energia elettrica.
Nel 1915 in una pubblicazione della Camera di Commercio intitolata "Ruoli e lista elettorale commerciale" nel "Catalogo degli esportatori della provincia di Treviso" alla voce "Laterizi" è citata la Società Anonima Buffonelli & C. di Conegliano.
Alla fine della prima guerra mondiale un documento del 1919 attesta che la fornace è ancora di proprietà Buffonelli , mentre fra il 1919 ed il 1933 si ha almeno un cambio di proprietà; infatti nel Regolamento Edilizio del Comune di Conegliano Veneto deliberato il giorno 12 gennaio 1933-XI dal podestà Guido Orsi si legge: “...strada di Fossamerlo, sino alla fornace di laterizi della S.N.I.E.".
A metà degli anni '30 la fornace rimane inattiva fino a quando, nel 1936, è messa all'asta ed acquistata dai F.lli Tomasi, fornaciai di Tarzo. La ripresa lavorativa della fabbrica è stata determinata in parte dall'esperienza in questo settore dei nuovi proprietari, ma molto ha contribuito il terremoto verificatosi nel '37 a Conegliano, che ha determinato la necessità di laterizio in gran quantità destinato alla ricostruzione.
La consistenza edilizia della fornace nel 1940 si ricava da un atto catastale in scala 1:500 in cui sono descritti, oltre alla metratura e alla volumetria degli immobili, anche l'uso di essi e il genere delle costruzioni. Dalla planimetria si nota subito che era presente un solo forno, quello corrispondente all’antico edificio a tre piani, ma che lo stesso era già stato ampliato lateralmente sul retro, proprio per la forte richiesta di laterizi; abbiamo infatti notizia da fonti orali che il forno sarebbe stato limitato un tempo al solo corpo principale della fornace . Oltre all'edificio principale ci sono poi locali adibiti ad essiccatoio, magazzino, sala macchine, officina, in buona parte locali tuttora esistenti.
Dopo la seconda guerra mondiale si verifica un ulteriore ampliamento del forno e la costruzione della ciminiera. La ciminiera si rende necessaria per l'aumentato volume del forno e va a sostituire il precedente sistema di aspirazione forzata. Il fumo, a detta dell' ultimo proprietario, veniva estratto da un aspiratore elettrico ed espulso attraverso un tubo metallico posto centralmente al corpo di fabbrica. L'aumento di produzione ha determinato la necessità di nuovi spazi utili per l'essiccazione del materiale; infatti nel lotto vi erano molte tettoie, oggi in gran parte interamente o parzialmente distrutte.
Nei primi anni '60 il forno viene allungato e diviso: si hanno così due forni Hoffmann, distinti e paralleli. Dello stesso periodo, come risulta dal progetto depositato in Comune, è la costruzione di un capannone per il deposito dell'argilla posto sul lato Est. Nella planimetria che accompagna il progetto si vede che è già stato costruito il forno a tunnel, mentre manca sul retro la rampa che serviva per portare al primo piano il materiale; ciò significa ovviamente che era già stato costruito il montacarichi la presenza del quale è visibile su un fianco dell’edificio e che ha determinato il tamponamento di alcune finestre. A lato del forno originario, sempre nei primi anni '60, è stata costruita una serie di essiccatoi che andavano a sostituire parte delle tettoie.
Da allora non si sono avute altre modifiche volumetriche, ma solo formali; infatti la facciata è stata alterata con l'apposizione di un mascherone che copre il fronte principale.
La fabbrica è stata dismessa in maniera definitiva nel 1978 e, da allora, versa in un totale stato di abbandono.” in “Le ex fornaci Tomasi a Conegliano: rilievo metrico e studio del Fachwerk”, Tesi di Laurea di S. Bonnes,A. Boscolo, V. Stagni, I.U.A.V., A.A. 1992-93.

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