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Denominazione File :
ARCHEO 869
Titolo attribuito :
Veduta della fonderia di S. Maria del Rovere
Luogo della ripresa :
Data della ripresa :
Indicazioni sul soggetto :
Veduta della fonderia di S. Maria del Rovere.
Definizione oggetto+spec :
Voci generiche :
N.Imm. Fondo :
869
N. Inv. Fondo :
0
Collocaz. Fondo-Scat. :
0
N.Imm. Archivio FAST :
12498
Fondo :
Archeologia Industriale
Note/Bibliografia :
De Faveri.
L'immagine fa parte dell'Archivio della Biblioteca Comunale di Treviso.
L'immagine è pubblicata nel volume "Le nostre industrie" di S. De Faveri, Treviso 1877.
"Il grandioso mulino a cilindri si trova alla confluenza dello Storga con il Sile, a Porto di Fiera.
Dalle carte conservate presso l'Archivio di Stato di Venezia risulta che già nel XV° secolo esiste un mulino all’incrocio tra Sile e Storga. In una successiva mappa del catasto napoleonico, datata 1759, si notano ai lati dello Storga due mulini, uno a tre ruote e uno a due, appartenuti rispettivamente a Bernardin e F.lli Renier e all’ospedale
della Pietà di Venezia.
Luigi Mandelli nel 1876 costruisce un nuovo mulino “a sistema ungherese” sopra gli ex opifici, costituito da un vasto fabbricato in cui si effettua la macinazione del frumento per la produzione delle farine da pane e da crusca. II mulino dispone di forza motrice rappresentata da due motori idraulici che utilizzano le acque dello Storga, da due motori elettrici Brown-Boveri e da una motrice a vapore di riserva.
Il complesso molitorio è situato in una posizione strategica. La vicinanza al fiume Sile consente il trasporto del grano per via d’acqua fino a Venezia e il carico-scarico della merce avviene direttamente dai barconi al silos. Parte della merce viene trasportata anche con carri e muli, data la vicinanza della strada Callalta.
All'inizio del nostro secolo l'edificio e i magazzini del grano subiscono delle trasformazioni in conseguenza della rinnovazione del macchinario e del processo di lavorazione. Il complesso non è più costituito da un unico edificio, ma da più parti principali, aggregatesi attorno al nucleo originario in periodi diversi. Ad ovest del complesso, sorgono la villa padronale e alcune case operaie a due piani, in buone condizioni e tuttora utilizzate.
Cessata l'attività molitoria l’edificio è stato impegnato prima come deposito di grano e, successivamente come essiccatoio di bozzoli.
Attualmente i mulini sono di proprietà di un istituto bancario e vengono parzialmente impiegati come magazzini generali e doganali. Questult’ultima attività ha richiesto
interventi che hanno inciso sull’originaria struttura del complesso. Anche la villa padronale è stata alterata per consentire il passaggio dei container.
L'edificio, parzialmente abbandonato, è però ancora in discrete condizioni." da: "L'uso della fotografia applicata alla rappresentazione dei monumenti storico industriali della provincia di Treviso" Tesi di diploma di Nadia Pavan, A.A. 1996-97.

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