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Denominazione File :
ARCHEO 853
Titolo attribuito :
Veduta esterna della Ditta Luigi Prete, fabbrica di birra e ghiaccio di Treviso - Fiera
Luogo della ripresa :
Data della ripresa :
Indicazioni sul soggetto :
Veduta esterna della Ditta Luigi Prete, fabbrica di birra e ghiaccio di Treviso - Fiera.
Definizione oggetto+spec :
Voci generiche :
N.Imm. Fondo :
853
N. Inv. Fondo :
0
Collocaz. Fondo-Scat. :
0
N.Imm. Archivio FAST :
12425
Fondo :
Archeologia Industriale
Note/Bibliografia :
L'immagine appartiene al Fondo Mostra Fiera.
"Nel 1826 Osvaldo Tositti rileva alcuni edifici situati accanto alla cartiera del Cristo di proprietà di Iseppo Bertotti in Via Lotto, e avvia una fortunata manifattura birra. Successivamente amplia gli edifici e introduce altre produzioni (sapone aceto spiriti e paste alimentari).
La ditta Tositti diventa poi società Tositti-Masini e successivamente Masini & C.. Quest'ultima, nel 1876, rileva la cartiera Fontebasso e aggiunge alle molteplici attività anche quella cartaria. A questa data la ditta si presenta come il centro di produzione polivalente più importante di Treviso.
Verso la fine del XIX° secolo, la ditta chiude i battenti e parte delle sue strutture vengono reimpiegate per l'edilizia privata.
Parte delle proprietà sono poi rilevate da un ex dipendente della birreria Masini, Luigi Prete, il quale continua solo la produzione della birra.

In seguito il Prete preleva la "cartiera del Cristo", posta nelle immediate vicinanze, e amplia così la fabbrica con nuovi edifici nella parte posteriore. L'edificio più elevato conteneva un sofisticato macchinario importato dalla Germania in grado di realizzare una vera e propria catena di montaggio per la produzione a ciclo continuo della birra.

Nel 1928 la birreria Prete dà lavoro in piena stagione a 60 operai e realizza una produzione di 20.000 ettolitri, venduti prevalentemente a Treviso e nel Veneto.

Cessata l'attività in una parte dell'edificio viene istallata una fabbrica di ghiaccio mentre il corpo più alto del complesso è trasformato in abitazione.

La struttura dell'edificio è ancora presente e sebbene sia adibita ad uso abitativo, conserva intatte le originarie caratteristiche architettoniche . ""Il grandioso mulino a cilindri si trova alla confluenza dello Storga con il Sile, a Porto di Fiera.
Dalle carte conservate presso l'Archivio di Stato di Venezia risulta che già nel XV° secolo esiste un mulino all’incrocio tra Sile e Storga. In una successiva mappa del catasto napoleonico, datata 1759, si notano ai lati dello Storga due mulini, uno a tre ruote e uno a due, appartenuti rispettivamente a Bernardin e F.lli Renier e all’ospedale
della Pietà di Venezia.
Luigi Mandelli nel 1876 costruisce un nuovo mulino “a sistema ungherese” sopra gli ex opifici, costituito da un vasto fabbricato in cui si effettua la macinazione del frumento per la produzione delle farine da pane e da crusca. II mulino dispone di forza motrice rappresentata da due motori idraulici che utilizzano le acque dello Storga, da due motori elettrici Brown-Boveri e da una motrice a vapore di riserva.
Il complesso molitorio è situato in una posizione strategica. La vicinanza al fiume Sile consente il trasporto del grano per via d’acqua fino a Venezia e il carico-scarico della merce avviene direttamente dai barconi al silos. Parte della merce viene trasportata anche con carri e muli, data la vicinanza della strada Callalta.
All'inizio del nostro secolo l'edificio e i magazzini del grano subiscono delle trasformazioni in conseguenza della rinnovazione del macchinario e del processo di lavorazione. Il complesso non è più costituito da un unico edificio, ma da più parti principali, aggregatesi attorno al nucleo originario in periodi diversi. Ad ovest del complesso, sorgono la villa padronale e alcune case operaie a due piani, in buone condizioni e tuttora utilizzate.
Cessata l'attività molitoria l’edificio è stato impegnato prima come deposito di grano e, successivamente come essiccatoio di bozzoli.
Attualmente i mulini sono di proprietà di un istituto bancario e vengono parzialmente impiegati come magazzini generali e doganali. Questult’ultima attività ha richiesto
interventi che hanno inciso sull’originaria struttura del complesso. Anche la villa padronale è stata alterata per consentire il passaggio dei container.
L'edificio, parzialmente abbandonato, è però ancora in discrete condizioni." da: "L'uso della fotografia applicata alla rappresentazione dei monumenti storico industriali della provincia di Treviso" Tesi di diploma di Nadia Pavan, A.A. 1996-97.



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