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Denominazione File :
ARCHEO 726
Titolo attribuito :
Treviso, Vetreria Lazzar
Luogo della ripresa :
Data della ripresa :
Indicazioni sul soggetto :
Treviso, Vetreria Lazzar.
Definizione oggetto+spec :
Voci generiche :
N.Imm. Fondo :
726
N. Inv. Fondo :
0
Collocaz. Fondo-Scat. :
0
N.Imm. Archivio FAST :
12302
Fondo :
Archeologia Industriale
Note/Bibliografia :
L'immagine appartiene alla Collezione T. Ragusa.
Cartolina spedita nel 1904.
"La vetreria Lazzar & C., è un rosso e basso edificio dall’alta ciminiera e sorse verso la fine del XIX° secolo a S. Maria di Caffoncello, accanto alla pila Rosada.
In precedenza l'edificio era occupato dalla fabbrica Ceresina, proprietà della Banca di Credito Veneto. Questo stabilimento verso la fine del secolo scorso, era nella sua, tipologia unico in Italia. Produceva una sostanza di consistenza cerosa detta "ozocerite" la quale, più avanti, sarà sostituita completamente, per l'uso e l'aspetto, dalla cera d'api. Il prodotto è destinato ai mercati Francese, Belga, Spagnolo e Russo.

Nel 1903 prende avvio negli edifici la grande fabbrica per la lavorazione del vetro per l'illuminazione e del vetro da tavola. La vetreria dispone di due forni di fusione e la forza motrice idroelettrica viene fornita dal canale Limbraga, mediante una turbina di 45 cavalli, che aziona i macchinari. Vi sono occupati 270 operai, dei quali metà Boemi. La data in cui la fabbrica cessa la sua attività è incerta (1911 ?).
Attualmente l'intero complesso è di proprietà dell'Usl, solo una parte degli edifici sono in buono stato e riutilizzati, mentre i rimanenti sono in un'avanzata fase di deterioramento.
""Il grandioso mulino a cilindri si trova alla confluenza dello Storga con il Sile, a Porto di Fiera.
Dalle carte conservate presso l'Archivio di Stato di Venezia risulta che già nel XV° secolo esiste un mulino all’incrocio tra Sile e Storga. In una successiva mappa del catasto napoleonico, datata 1759, si notano ai lati dello Storga due mulini, uno a tre ruote e uno a due, appartenuti rispettivamente a Bernardin e F.lli Renier e all’ospedale
della Pietà di Venezia.
Luigi Mandelli nel 1876 costruisce un nuovo mulino “a sistema ungherese” sopra gli ex opifici, costituito da un vasto fabbricato in cui si effettua la macinazione del frumento per la produzione delle farine da pane e da crusca. II mulino dispone di forza motrice rappresentata da due motori idraulici che utilizzano le acque dello Storga, da due motori elettrici Brown-Boveri e da una motrice a vapore di riserva.
Il complesso molitorio è situato in una posizione strategica. La vicinanza al fiume Sile consente il trasporto del grano per via d’acqua fino a Venezia e il carico-scarico della merce avviene direttamente dai barconi al silos. Parte della merce viene trasportata anche con carri e muli, data la vicinanza della strada Callalta.
All'inizio del nostro secolo l'edificio e i magazzini del grano subiscono delle trasformazioni in conseguenza della rinnovazione del macchinario e del processo di lavorazione. Il complesso non è più costituito da un unico edificio, ma da più parti principali, aggregatesi attorno al nucleo originario in periodi diversi. Ad ovest del complesso, sorgono la villa padronale e alcune case operaie a due piani, in buone condizioni e tuttora utilizzate.
Cessata l'attività molitoria l’edificio è stato impegnato prima come deposito di grano e, successivamente come essiccatoio di bozzoli.
Attualmente i mulini sono di proprietà di un istituto bancario e vengono parzialmente impiegati come magazzini generali e doganali. Questult’ultima attività ha richiesto
interventi che hanno inciso sull’originaria struttura del complesso. Anche la villa padronale è stata alterata per consentire il passaggio dei container.
L'edificio, parzialmente abbandonato, è però ancora in discrete condizioni." da: "L'uso della fotografia applicata alla rappresentazione dei monumenti storico industriali della provincia di Treviso" Tesi di diploma di Nadia Pavan, A.A. 1996-97.





Scheda selezionata per il progetto Cultura Italia (Fondazione Querini Stampalia).

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