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Denominazione File :
ARCHEO 253
Titolo attribuito :
Villorba, centrale elettrica sulla Piavesella, di proprietà Krull Venerando
Luogo della ripresa :
Indicazioni sul soggetto :
Villorba, centrale elettrica sulla Piavesella, di proprietà Krull Venerando.
Definizione oggetto+spec :
Voci generiche :
N.Imm. Fondo :
253
N. Inv. Fondo :
0
Collocaz. Fondo-Scat. :
0
N.Imm. Archivio FAST :
11784
Fondo :
Archeologia Industriale
Note/Bibliografia :
L'immagine appartiene all'Archivio H. Krull.
“Il Canale artificiale Piavesella deriva le sue acque dal fiume Piave presso Nervesa della Battaglia, con una portata di 3-5 mc al secondo. Dal tronco principale, che confluisce nel fiume Botteniga subito a nord delle mura di Treviso, si dipartono alcuni rami secondari: verso occidente la Piavesella di Arcade; verso oriente la Piavesella di Maserada. Il Canale fu scavato per rispondere alle istanze dei rappresentanti dei villaggi di Nervesa,Bavaria,Giavera,Visnadello, Fontane, Lancenigo, Limbraga riunitisi a partire dal 1447. Nel 1453 il Collegio dei Giudici, deputati dal Governo Veneto sopra le acque, dà la concessione con le modalità di contribuzione ai lavori di ripartizione dei benefici ai suddetti villaggi I lavori furono compiuti negli anni successivi tra discordanti pareri tecnici ( era in discussione la presa a Nervesa oppure a Pederobba ), ordini,disobbedienze, liti, sequestri, con l'intervento anche di Fra Giocondo, già interessato per i lavori del Canale Brentella e per i rinforzi del Piave a Nervesa. Originariamente creato a scopo irriguo finì per fornire soprattutto forza motrice per molini e opifici Dal secolo XVI la sorveglianza sulle opere e sulla manutenzione, spettanti ai comuni e agli opifici fruitori, era esercitata dall'ufficio alle acque dipendente dal Magistrato dei Beni Inculti. Caduta la Repubblica Veneta, con i decreti napoleonici del 1806, il Consorzio fu retto da una Delegazione, fornita di un proprio regolamento nel 1836, riveduto nel 1863. Il notevole dislivello ( 50 m circa ) tra l'origine e la confluenza, rispetto agli altri fiumi e canali del bacino del Sile permetteva una migliore utilizzazione delle forze idrauliche: infatti all'inizio del '900, assieme al Canale Brentella, forniva il 70% della forza motrice integrale ricavata dalle acque dell'intero bacino del Sile. Da un documento del Consorzio Piavesella di Nervesa risulta che nel 1884 sfruttavano le sue acque i seguenti opifici :
1 Molino da grano a Nervesa a due ruote
2 Molino da grano a Nervesa a tre ruote
3 Sega legname a Nervesa ad una sola ruota
4 Cartiera a Visnadello, ha ruote pel cilindro e pei folli alle due sponde del canale
5 Battiferro e Molino da grano a Visnadello, ha due ruote pei magli, torni e mola da aguzzare; ed una ruota di fianco pel mantice
6 Molino da grano a Visnadello, ha tre ruote per altrettanti palmenti ed una quarta di fianco per pilaorzo e mola da aguzzare
7 Cartiera a Visnadello, ha tre ruote, due a sinistra pei folli e l'altra a destra pel cilindro
8 Cartiera a Visnadello, ha ruote pel cilindro e pei folli alle due sponde del canale
9 Cartiera a Villorba, ha ruote pel cilindro e pei folli alle due sponde del canale
10 Cartiera a Fontane, ha ruota per cilindro ed altra per maggiolo
11 Pila-riso e Molino da grano a Fontane, è animato da un turbine della forza di trentacinque circa cavalli a- vapore effettivi
12 Molino da grano alla Carità, ha due ruote, la seconda delle quali mette in movimento due palmenti
13 Molino da grano a Fontane, ha due ruote per palmenti ed una terza di fianco per pila-riso
14 Officina meccanica e Fonderia a S Maria del Rovere, una ruota in ferro a pale leggermente curve, della forza effettiva di venticinque circa cavalli-vapore, anima i macchinismi dell'intero stabilimento
15 Pila-riso e Molino da grano a S. Maria del Rovere, quattro ruote danno movimento a tutto l'opificio
16 Molino da grano nella località al Chiodo,lo stabilimento è mosso da un turbine di ferro e da tre ruote verticali in legname.
Secondo il volume " Importanza economica del Sile e dei suoi affluenti "di R. Brevedan nel 1913 sulla Piavesella esistevano 42 opifici, di cui 24 erano sul ramo principale. Di questi, 24 erano impianti idroelettrici e 12 erano diversi opifici : 5 mulini, 3 cartiere, 1 pastificio, 1 battiferro, 1 pila da riso, 1 oleificio.
Oggi l'importanza economica del canale appare molto diminuita : molte delle centraline idroelettriche sono state dismesse; l'acqua viene utilizzata oltre che per l'irrigazione, soprattutto come acqua di lavorazione (cartiere), con sensibili problemi di inquinamento.
Alcuni edifici, via via ristrutturati e ampliati, hanno raggiunto considerevoli dimensioni ( filature San Lorenzo, cartiere Marsoni a Visnadello. Altri invece giacciono abbandonati. Alcuni conservano caratteristiche di notevole interesse per antichità
( mulino del secolo XV a Nervesa) e per pregio architettonico. Di rilievo è anche il contesto ambientale che alterne aree di vegetazione spontanea molto rigogliosa, a vaste estensioni di campi coltivati.” in “Riuso dell’ex Fonderia Giacomelli per l’organizzazione di un insediamento artigianale nell’area tra il canale Piavesella e la strada Ovest.”, Tesi di Laurea di P. Mattarucco e P. Rossi, I.U.A.V.


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